Ma giochiamo a Torino o a Palermo? E’ questa la domanda che serpeggiava ieri sera in tutto lo Stadio Renzo Barbera.
Serata fredda, accerchiati in ogni settore da personaggi mai visti (armati di trombette, smartphone e sciarpa della Juve nascosta), Palermo inguardabile e poi l’onta più grande: un continuo assordante tifo degli juventini provenienti da tutta la Sicilia e collocati nel solito settore ospiti. Ma dove erano gli ultras rosanero? In contestazione? In vacanza? No, erano sparpagliati per lo stadio, divisi in tanti gruppetti tutti convinti di essere i depositari della vera “mentalità ultras palermitana” senza rendersi conto di essere ridicolizzati dagli odiati bianconeri.
Questo giornale (Gazzetta Palermitana, ndr) non si è mai unito al coro insopportabile, di tutta la stampa locale e nazionale, contro le curve ed il mondo ultras. Nel nostro piccolo abbiamo sempre raccontato l’altro volto del tifo organizzato: la passione, i cori ed i tamburi, le coreografie, la militanza per i colori della città, le trasferte e persino le attività sociali. Insomma gli ultras non sono soltanto sinonimo di violenza. E questo giornale ha più volte scritto contro il caro-biglietto e l’assurdità di certe leggi speciali che colpiscono indistintamente il tifo organizzato, l’anima più bella di un calcio moderno sempre più mercificato. Doverosa premessa per esprimere la nostra profonda delusione per l’ennesimo spettacolo indecoroso visto ieri sera.
Dobbiamo farcene una ragione, la tanto amata Curva Nord è finita nel peggiore dei modi. Fine ingloriosa di una Curva che rendeva quasi impossibile la vita alla squadra ospite e faceva tremare le gambe dei giocatori. Un calore che tutta Italia ci invidiava.
Ora invece ci ritroviamo nell’ordine: nella Nord superiore gli “Ultras 1900” (unione tra i gruppi storici Brigate Rosanero e Warriors) ridotti a circa 40 persone; nella Nord inferiore lato gradinata gli “UCN” (Ultras Curva Nord) e “Solo la Maglia” con meno di 100 persone e lato tribuna i “BVS” (ad oggi il gruppo ultras numericamente più forte) con circa 150 persone. Poi in Curva Sud sono da poco ricomparsi gli “UCS” (Ultras Curva Sud) con uno sparuto gruppo vicino il settore ospiti.
Dalla Nord si sentono in contemporanea tre cori il cui unico risultato è un rumore fastidioso per chi guarda la partita e penso anche per i giocatori. Altro che sostegno alla squadra, altro che “dodicesimo uomo in campo”. Solo slogan vuoti. Tutti questi gruppi fanno la gara a chi canta più forte senza capire che nessuno li sente. Si sentivano invece i cori degli strisciati (con la differenza che non eravamo a Torino). Credo che l’intero mondo ultras italiano (a cominciare da quello catanese) in questo momento stia ridendo di noi.
Tutto questo è finito perché i sedicenti ultras di questa nostra sventurata città preferiscono dividersi piuttosto che unirsi in nome dei colori rosanero. Per carità diatribe che tra gli ultras hanno un peso. Come un fiume carsico è riemersa in queste settimane l’atavica divisione tra filo-romanisti e filo-napoletani. In questo contrasto c’è alla base una visione diversa della mentalità ultras e del modo stesso di tifare. E ci sono anche divisioni politiche (su cui nessuno scrive) a causa dell’avvicinamento del BVS agli ambienti dell’estrema sinistra palermitana (i centri sociali Anomalia ed Ex Karcere) malvisto dagli altri gruppi ultras palermitani storicamente di destra. Ma in nome di tutto questo vale la pena distruggere il tifo organizzato a Palermo?
Piaccia o no in Curva vige la legge del più forte. Non ci sono elezioni democratiche, chi è più forte si mette alla guida del tifo. E siccome nella nostra Curva ci sono tanti microgruppi, tutti incapaci di mettere d’accordo le varie anime, non comanda più nessuno. Confusione e anarchia il risultato.
Visto che non si vede alcuna luce dal tunnel e se fossero nuove realtà, in altri punti dello stadio, a riorganizzare il sostegno alla squadra nella nostra città? Il Palermo deve lottare per non retrocedere ed ha bisogno di sfruttare le partite in casa con il supporto dei suoi tifosi. Gli ultras nostrani hanno dimostrato di non avere più a cuore i “sacri” colori della nostra città. Difendiamoli noi.
(Da La Gazzetta Palermitana del 30/11)