Dopo 37 anni con la famiglia Toccafondi (prima Andrea, poi il figlio Paolo), il Prato è passato nelle mani dei tifosi. Il supporter trust Orgoglio Pratese ha rilevato il 51% delle quote del club e i soci hanno votato il nuovo presidente, l’imprenditore bergamasco Nicola Radici, 43 anni. Il termine supporter trust indica associazioni di tifosi che instaurano un rapporto con il club attraverso l’acquisto di quote societarie. I trust possono portare uno o più membri nel CdA, fino a acquisire la maggioranza del club, come a Prato. Non è primo caso in Italia: è successo un anno fa ad Ancona, anche se di recente il club è stato nuovamente ceduto all’architetto Fabiano Ranieri.
LA STORIA Orgoglio Pratese è nato nel luglio 2015 entrando nel club con il 5% delle quote, con la benedizione di Toccafondi. Lo scorso 15 aprile ha chiesto di rilevare il 51% delle quote del Prato: l’accordo prevedeva il passaggio della maggioranza societaria a titolo gratuito al trust che, con l’aiuto di sponsor, avrebbe dovuto raggiungere l’obiettivo minimo di 800mila euro fra contratti pubblicitari e quote associative; contestualmente Toccafondi ha provveduto all’iscrizione in Lega Pro. L’obiettivo è stato solo sfiorato (600mila euro), ma l’operazione è andata in porto ugualmente. «Sono contento, queste persone vogliono bene al Prato», ha commentato Toccafondi, rimasto in società con il 39% delle quote come a.d.
RADICI Il nuovo presidente designato nell’assemblea di Orgoglio Pratese è Nicola Radici, già vice presidente del Prato dal 2010-11 al 2011-12. «Non lasciai per divergenze, ma per motivi familiari: sono rimasto legato alla società e alla città». Radici ha iniziato la carriera dirigenziale nel 1992, a Leffe: poi Atalanta, AlbinoLeffe, Alzano, Pallacanestro Vigevano, Prato e infine Pro Sesto. In questa fase transitoria, Radici è chiamato a mediare tra Toccafondi e il trust. Spiega: «Ho messo solo due paletti: il primo è che io sia una figura di passaggio. Il secondo è che possa portare la mia idea di calcio».
ACORI La prima mossa è stata ingaggiare Leonardo Acori, 61 anni, tecnico esperto in categoria. «Un nome di livello in panchina dà visibilità alla piazza e fa sognare un po’. Abbiamo un budget accettabile e vogliamo migliorarci». Radici è tornato a Prato, la capitale del tessile, settore dove opera con la sua impresa. Ma la scelta non è stata guidata da motivi economici: «Sono originario della Val Seriana, anche lì siamo chiamati lanieri, come a Prato. E proprio l’affetto nei confronti di questa città mi ha spinto a tornare»
(Gazzetta dello Sport)