Ha fatto molto discutere, in tanti hanno sorriso e sdrammatizzato, la coreografia proposta dalla Curva Nord del Lugano prima del derby dello scorso 10 settembre.
I supporters bianconeri hanno esposto il disegno di un corpo femminile con il logo della società luganese posto tra le gambe, con tanto di frase «C’è chi pensa che non ci sia niente di meglio, ma di meglio ci sei tu».
La coreografia, però, non è piaciuta a tutti tanto che undici persone – Nadia Pittà Buetti, Romina Plozza, Martina Malacrida, Chiara Sautter Zerbi, Barbara Conrad, Aixa Andreetta, Gabriella Bernasconi, Francesca Machado, Denise Oriet, Maruska Riva e Guido Desigis – hanno proposto una petizione.
Tale petizione ha come obiettivo quello di chiedere chiarimenti al Lugano, agli ultra e alla RSI.
Ecco il testo completo:
«Durante la partita di hockey di questo fine settimana tra l’HC Lugano e l’HC Ambrì-Piotta, il derby ticinese del 10 settembre 2016 giocato presso la pista di ghiaccio Resega di Lugano, gli Ultras dell’Hockey Club Lugano hanno proposto un’immagine di un corpo femminile nudo. Si tratta di una gigante immagine di donna senza testa in cui la vagina è sostituita dal richiamo al logo della squadra bianconera ticinese. Per qualcuno questa immagine, accompagnata dalla scritta “C’è chi pensa che non ci sia niente di meglio, ma di meglio ci sei tu”, è considerata una coreografia spettacolare. Sui social network viene ricordato che si tratta di un lavoro non da poco e bisogna applaudirli! Il post continua con “Poi ci si scandalizza per una vagina, quando in tele fanno vedere cose peggiori, ma vabbè…” E qualcuno risponde pure “Io rispetto il lavoro della curva ci mancherebbe”. Insomma un elogio a questo capolavoro di “coreografia”.
C’è invece chi questa immagine la trova riprovevole, irrispettosa nei confronti della donna, la considera un insulto, un’offesa perché strumentalizza il corpo femminile allo scopo di ottenere maggior risalto in termine di tifo. Un corpo nudo senza testa che svilisce la donna riducendola solo al suo corpo o ancor peggio alla sua vagina. Presenti sugli spalti naturalmente anche numerose tifose, di tutte le età – bambine, donne e anziane che assistono regolarmente alle partite e pagano il biglietto come i tifosi uomini. Per loro, quanto vissuto, dev’essere stato un pugno nello stomaco. Questo modo di comunicare è offensivo e volgare, in quanto fa uso del corpo della donna per lanciare messaggi di bassissimo livello, perché si spera che “il meglio” non sia un corpo denudato, senza testa, senza cervello, che è chiamato solo a soddisfare il piacere fisico. Il richiamo sessuale alla vagina per elogiare la propria squadra è un messaggio comunicativo non solo squallido, ma anche irrispettoso nei confronti delle donne e diseducativo nei confronti delle future generazioni che si spera imparino a considerare la donna, ben più di una vagina.
Chi scrive questa petizione fa parte naturalmente di quelle persone che si distanziano da una comunicazione volgare e offensiva come quella proposta dalla tifoseria bianconera e auspica che quanto avvenuto questo fine settimana non si ripeta.
Con questa petizione chiediamo che:
1) la Dirigenza dell’Hockey Club Lugano faccia chiarezza sull’utilizzo del logo in questa coreografia, ma soprattutto si distanzi da quanto avvenuto e prenda posizione pubblicamente in merito all’atto di violenza che numerose donne hanno subito nel vivere questa offesa, facendo il possibile per promuovere un messaggio chiaro al proprio pubblico (la sua tifoseria in primis) mirato al rispetto nei confronti delle donne;
2) una rappresentanza degli Ultras dell’Hockey Club Lugano si scusi nei confronti della società, non solo delle donne, per la coreografia proposta lo scorso fine settimana, e dia le necessarie garanzie affinché in futuro messaggi sessisti come questo vengano evitati;
3) la RSI, riferendo del derby, invece di considerarla una coreografia “hot” facendo oltretutto ironia sulla “fantasia dei tifosi luganesi”, aggiunga un commento che esprima come questa coreografia sia volgare e offensiva nei confronti della donna (vedi sito RSI e filmato della coreografia in questione), perché i mass media – in particolare quelli che rispondono ad un mandato di servizio pubblico – hanno un ruolo fondamentale nel trasmettere valori in termini di comunicazione.
Trascorsa una settimana, se nel frattempo non accadesse già quanto auspicato da questo scritto, la petizione giungerà alla Dirigenza e agli Ultras dell’HCL, come anche alla Direzione della RSI tramite lettera raccomandata.
Vi ringraziamo da subito per dar voce a questa petizione, sottoscrivendola e divulgandola, perché la nostra società merita di più in termini di valori civili.
Grazie per il sostegno!
Nadia Pittà Buetti, Romina Plozza, Martina Malacrida, Chiara Sautter Zerbi, Barbara Conrad, Aixa Andreetta, Gabriella Bernasconi, Francesca Machado, Denise Oriet, Maruska Riva e Guido Desigis».
(TIO.CH)