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Nessuno vuole ospitare l’Ascoli

Nessuno vuole ospitare l’Ascoli

19 novembre 2016

Il pasticciaccio brutto di Ascoli-Perugia. Uno stucchevole minuetto, con tanti e differenti attori colpevolmente e incolpevolmente protagonisti, per decidere dove, come e quando giocare una partita valida per la quattordicesima giornata del campionato di Serie B. Alla fine, dopo un lungo e disorganizzato balletto di proposte alternative, rifiuti improvvisi e cambi di programma, le due squadre scenderanno in campo domani alle 15, con un giorno di ritardo, allo stadio «Del Duca» di Ascoli, dove non si sarebbe dovuto giocare a causa della mancata certificazione di agibilità o meno di tutti i settori dopo il terremoto del 30 ottobre. Appuntamento ad Ascoli, dunque, a porte chiuse, dopo che un tour di tre giorni alla ricerca di un campo neutro ha prodotto tantissimo fumo e niente arrosto.
Con il «Del Duca» già inagibile lo scorso 4 novembre per Ascoli-Entella, rinviata a data da destinarsi, c’era tutto il tempo per trovare una soluzione in vista dell’incontro successivo. E invece, come nella peggiore tradizione italiana, tutte le parti in causa, Lega di B in primis, si sono ridotte all’ultimo momento. Così, dopo aver scartato l’inversione del campo, l’Ascoli ha ipotizzato il trasloco nella vicina San Benedetto del Tronto. Tra il dirlo e il farlo, però, ci si è messa di mezzo l’acerrima rivalità tra le tifoserie di Sambenedettese e Ascoli. Un rapido giro sui social network, dove i sambenedettesi si ritenevano oltraggiati e gli ascolani offesi all’idea, ha fatto decidere alla Questura, nella mattinata di giovedì, che Ascoli-Perugia non poteva albergare al «Riviera delle Palme» di San Benedetto del Tronto.
Il piano B, approntato in fretta e furia, si chiamava Pescara. Prima avallato, poi respinto. «La Questura ha deciso di annullare l’incontro per una serie di problemi che ci ha spinto a valutare l’impossibilità di concedere lo stadio», il comunicato di ieri mattina emesso da sindaco, vicesindaco e assessore allo sport del capoluogo abruzzese. Un rifiuto sulla carta per motivi organizzativi e «un preavviso davvero esiguo», ma che molti indizi sembrano nella sostanza ricollegare ai pessimi rapporti tra ultras pescaresi e ascolani. «Sabato stiamo valutando di disertare la trasferta di Torino per rimanere sotto il nostro stadio; non siamo ospiti a casa nostra. I pescaresi devono essere liberi di ritrovarsi sotto la loro curva come sempre», il messaggio lanciato dalla curva del Pescara e probabilmente arrivato a chi di dovere. Il sospetto appare più che legittimo.

(La Stampa)