Una notizia clamorosa scuote il mondo del tifo catanese. “A Sostegno Di Una Fede”, infatti, storico gruppo nonchè cuore pulsante della gloriosa Curva Nord, ha annunciato il suo scioglimento tramite una nota pubblicata sulla pagina Facebook “La domenica allo stadio”.
“Il giorno che non avremmo mai voluto vivere è arrivato. È il giorno in cui scriviamo la parola fine – si legge nel comunicato – A SOSTEGNO DI UNA FEDE è nata con un chiaro e preciso ideale ultras. Un’idea che non può più essere difesa e portata avanti. Oggi dovremmo piegarci per continuare a esistere, ma preferiamo rimanere fedeli a noi stessi e spezzarci all’apice della lotta. Una scelta ponderata e sofferta che ci è costata litigi, accesi dibattiti e persino lacrime. Il nostro è stato un percorso glorioso, durato oltre vent’anni, che termina oggi con un’ultima dura e determinata presa di posizione. Ancora una volta siamo noi a sbattere i pugni, a non dichiarare la resa, a gridare il nostro NO alla tessera, il nostro NO dinnanzi all’agonia del calcio, quello vero. Perché tramite questa scelta dolorosissima, ancora una volta, gridiamo il rifiuto categorico al calcio moderno, alla mercificazione dell’idea romantica di curva, aggregazione e passione intorno al pallone. Il nostro passato ci impone di non rimanere immobili nell’indifferenza e nell’apatia. Sarebbe il tradimento assoluto di ogni nostra lacrima versata, di ogni cazzotto preso, di ogni nostro istante sottratto alla famiglia, di ogni grande sacrificio speso per i nostri colori, per la nostra città e per il nostro ideale. Non possiamo e non vogliamo piegarci al compromesso e adattarci all’apparenza. Lo abbiamo dimostrato a Catania ed in giro per lo Stivale, pur non tesserandoci. Oggi, però, è giunto il momento di fare un passo indietro pur di salvare tutto ciò che di grande abbiamo costruito. Siamo abituati a lottare con lealtà e davanti a certi metodi abbiamo il dovere di non abbassare il nostro livello, il nostro stile, la nostra etica. Non meritiamo questa inutile repressione, questi controlli, questi divieti, questa demonizzazione, queste strumentalizzazioni, questo isolamento. Continue ed estenuanti battaglie per un megafono in curva, per uno striscione commemorativo o di contestazione, per un corteo pacifico. Siamo insomma esausti dei soprusi e delle angherie di chi approfitta del nostro credo, della nostra fede e della nostra coerenza. Dovendo scegliere tra la sopravvivenza e una fine gloriosa, non abbiamo dubbi. Noi scendiamo da questo treno. Non lo merita ogni singola nostra azione, non lo merita il nostro caro Fabrizio. Non ci sono più le condizioni per essere noi stessi, per continuare a militare come noi siamo abituati a fare. Noi non pisciamo sul nostro onore e sul nostro passato. Non abbassiamo il nostro vessillo, piuttosto lo togliamo dalla mercé di sciacalli, servi, papponi, schiavi dell’apparenza e miserabili. Nel grande business del calcio, noi non siamo in vendita. Preferiamo togliere il disturbo senza però incrociare le braccia. Senza darla vinta a chi vive di riflessi altrui. Eravamo e restiamo avanguardia e prima linea. ERAVAMO E RESTIAMO ESEMPIO. Ringraziamo tutti coloro che ci sono stati vicini, coloro che ci hanno seguiti, coloro che con lealtà ci hanno affrontato, coloro che con odio e invidia ci hanno fatto crescere. A SOSTEGNO DI UNA FEDE finisce la propria lunga, bellissima corsa; la nostra banda di fratelli, invece, quella resterà per sempre”.