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Parma-Reggiana, il rifiuto di Lucarelli…

3 maggio 2017

«Non c’è partita senza avversario». Lo slogan buonista non ha commosso Alessandro Lucarelli, anima e coscienza critica del Parma, che ha ribadito il suo no. La maglia della Reggiana, lui domenica non ha nessuna intenzione di indossarla. L’avevano chiesto a inizio aprile Lega Pro e Associazione calciatori, un’iniziativa per allentare il clima di tensione che si sentiva nei campi e fuori (vedi Ancona e Taranto): dalla 32a giornata in poi, i capitani delle due squadre sarebbe entrati in campo indossando la maglia dell’avversario. Una provocazione a fin di bene, anche se controversa e non capita da tutti, visto che non teneva conto della pancia della gente. E infatti si è subito scontrata con la storica e interminabile rivalità padana. I bagoloni contro le teste quadre, Parma contro Reggio. Due città separate da appena 40 chilometri e dal fiume Enza, ma c’è un muro invisibile molto più alto dello stadio Tardini che ospiterà la sfida. E così Lucarelli ieri su Facebook in un messaggio vocale a un tifoso della curva Nord ha spiegato un’altra volta che «… io il 7 maggio con la maglia della Reggiana non entro, piuttosto fate fare il capitano a un altro, ma io in un derby al Tardini entro in campo con la maglia della Reggiana? Non esiste al mondo». Quindi cosa farà il francese Gael Genevier nel nome della fratellanza? Sfilerà da solo o con lui ci sarà un altro giocatore del Parma, un sostituto del capitano? Già in aprile Lucarelli aveva spiegato come la pensava («Non ci penso minimamente»). La Gazzetta di Parma, aveva anche lanciato un sondaggio tra i lettori, pubblicando le foto dei giocatori con le maglie scambiate (orrore!) e rivolgendo loro una domanda retorica: siete d’accordo con questa idea? Come previsto, i no avevano vinto in modo massiccio: 73 per cento contro 27. Intanto cresce l’attesa per un derby che torna al Tardini dopo 21 anni: i playoff sono sicuri per tutti, ma il Parma deve difendere il secondo posto dall’assalto del Pordenone. Al netto delle ultime polemiche, una sfida senza pronostico. Con oltre 12 mila spettatori.

LE REAZIONI Gabriele Gravina, presidente della Lega Pro, è stupito: «Che devo dire? Una decisione incomprensibile, che si commenta da sola. Mi sembra strano che proprio un giocatore di grande esperienza e molto ascoltato (era stato lui, dopo la sconfitta di Ancona, a chiedere scusa ai tifosi, ndr), non voglia contribuire a portare un po’ di distensione». E quindi? «Quindi niente, non possiamo obbligare Lucarelli a fare qualcosa di cui non è convinto. Ma alla prossima assemblea del 25 maggio proporrò che nei playoff venga sanzionato chi non segue queste e altre norme di fair play. Per esempio, a fine gara gli sconfitti dovranno applaudire i vincitori». Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione calciatori, resta fiducioso: «Spero che Lucarelli capisca e partecipi all’iniziativa»

(Gazzetta)

La storia raccontata del Derby dell’Enza