Non leggo ormai da diversi anni libri Ultras o presunti tali perché figli di un “copia e incolla” continuo e perché quasi sempre evangelizzano (autocelebrandosi) ideali e valori che forse non appartengono più al nostro movimento. In merito comunque Valerio Marchi prima della sua prematura scomparsa scrisse praticamente tutto, anche dal punto di vista antropologico. Attualmente l’unico scopo sarebbe soltanto quello di spillare ancora (ancora!!) ed invano denaro agli appassionanti del movimento. Invano, dato che in realtà gli episodi di cronaca Ultras di “spessore” si arrestano aimè nel lontano anno 2007 (dall’episodio dell’ispettore Raciti all’omicidio di Gabriele Sandri), anno in cui forse la nostra sottocultura a causa dei tanti decreti repressivi asfissianti, ha perduto definitivamente la clandestinità del passato che la contraddistingueva. Per questo oggi preferisco di gran lunga blog di spessore o fanzine di contro-informazione che girano nelle stesse curve, molto più veritiere al cospetto dei tanti libri scritti dalla mano di finti buonisti o non militanti.
“I ribelli degli stadi” di P. Spagnolo grazie ai buoni responsi (riscontrati tra gradinate, sezioni, vicoli, disagi, pub…) è riuscito a rimettere in “discussione” quella disillusione che ci ritroviamo nei confronti del nostro movimento, mai sopita del tutto. “i ribelli degli stadi” prende quasi subito le distanze da luoghi comuni e pseudo libri come A.C.A.B (CHE NON È UN FILM!) denunciando apertamente i tanti abusi commessi dal braccio armato dello stato nel contesto di manifestazioni sportive. Ad oggi, purtroppo, nulla è cambiato e assistiamo ancora increduli ad un giro di vite troppo gratuito. Spagnolo inizia dal 1920, da Viareggio, dove Morganti venne ucciso da un colpo di pistola sparato a bruciapelo da un carabiniere. Continua scrupolosamente testimoniandone davvero tanti, come quel maledetto 28 aprile 1963 quando Giuseppe Gaetano Plaitano muore durante gli scontri tra polizia e tifosi in Salernitana-Potenza, un poliziotto sparando in aria colpisce Plaitano uccidendolo. Eclatante l’episodio risalente al febbraio 1984, dove Stefano Furlan durante la partita Triestina-Udinese muore in seguito a gravi lesioni cerebrali per le percosse causate dalla polizia intervenuta. L’ opinione pubblica non crederebbe alle sue orecchie ma numericamente, in quanto ad episodi, ci sarebbe da rabbrividire. Come in quel novembre del 1992 dove Alberto Zini e Daniele Valerio rimasero feriti durante la partita Empoli-Vicenza, i due tifosi vennero colpiti da colpi di arma da fuoco esplosi ad altezza d ‘uomo dalla polizia. Il 10 gennaio 1993 Celestino Colombi muore di infarto durante una carica della polizia contro i tifosi atalantini dopo la partita Atalanta-Roma. Come potrebbe mai l’attento Spagnolo giungere ai nostri giorni e non menzionare gli episodi riguardanti Scaroni e Sandri? Menzionati! Spesso mi capita di pensare a influenze e spinte esterne, aspetti ideologici e sociali, aspetti soprattutto emotivi che condizionano “determinate” gesta dei tutori dell’ordine e, ai tanti servizi che seguono successivamente nei salotti “buoni” di Porta a Porta, dove Vespa e company deviando l’informazione ne diventano protagonisti. Questa dis-informazione, questi condizionamenti e le innumerevoli strumentalizzazioni si rilevano spesso troppo “spinti”. Spinte purtroppo presenti anche all’ interno del nostro movimento che concorrono a non cancellare i fantasmi che ancora vi si celano. Spagnolo denuncia anche le “scazzottate e gli insanguinamenti” avvenuti all’interno del movimento stesso (Spagna, Esposito, Paparelli, Filippini, De Falchi..) cercando cosi di allontanare forse definitivamente i pericoli di un loro ritorno.
Se penso oggi ai tanti giovani che hanno pagato con la propria vita “un ideale” mi viene il vomito. Ottimo anche l’intreccio Politica-Ultras dove citando Pasolini con Valle Giulia, Spagnolo spiega quanto siano stati determinanti e quanto abbiano influenzato il movimento ultras le schegge impazzite reduci degli anni di piombo. “I ribelli degli stadi” tocca con mano le varie sottoculture accostate in questi anni alla nostra area: dai “mods” che hanno influenzato buona parte della curva bolognese e torinese (per merito anche del film “Quadrophenia” ispirato all’omonimo album degli Who), agli “skins” che alla fine degli anni novanta abbiamo potuto ammirare per antonomasia nella Nord interista (e non solo) con tanto di anfibi, bomber, ragnatele tatuate e teste rasate al seguito . Passando succesivamente alla sottocultura “casual”, all’ abbigliamento griffato del calibro di Lacoste, Stone Island e North Face (che verrà adottata in alcuni contesti della Nord laziale, della Sud romanista e dalla Verona e Firenze Ultras), allo stile “punk” che contaminera’ specie negli anni ’80 varie curve e stili di vita.
A Spagnolo non sfuggono neanche film e documentari Ultras, personalmente avrei evitato qualche titolo “povero” di mentalità e inserito esclusivamente i vari cortometraggi autoprodotti dai gruppi ultras stessi come “Farebbero tutti silenzio” dei bergamaschi o “Presa della parola” dei romanisti, purtroppo non menzionato (peccato davvero!)”. Spagnolo analizza in ultimo le varie band musicali non conformi che fiancheggiano la nostra area, dagli Statuto :”Chi è infame o lama,futuro non ha..” agli Automatica Aggregazione : “Ma quando muoio io, non voglio Gesù Cristi, ma solo gagliardetti de Fedayn teppisti “. “I ribelli degli teppisti “. “I ribelli degli stadi ” nasce da anni di stadio, di studio e di passione, da mesi di lettura, ricerche, incontri e non servono i “ringraziamenti” per comprenderlo.
Mauro Di Terlizzi (FAN’s Magazine)