I primi 30 hanno già dato la loro adesione. Ma sembra che l’idea di un Comitato Calcioscommesse stia raccogliendo interesse e consenso tra moltissimi tifosi dell’Atalanta, una delle squadre coinvolte nell’inchiesta Last Bet. Obiettivo del comitato è di costituire un soggetto legale che possa richiedere il risarcimento per il danno subito da tifosi per le partite truccate.
A sentirsi danneggiati non sono solo gli scommettitori ma tutti i tifosi. Che sono pronti a calcolare il danno in termini aritmetici. Partendo dalle somme spese per esprimere la propria passione: i biglietti per lo stadio, gli abbonamenti alle pay tv, il costo delle trasferte e qualunque altra spesa documentabile. Ma c’è poi il danno morale subito, e sul quale i legali dovranno fornire parametri il più possibile oggettivi sui quali basarsi per una valutazione economica.
C’è già il precedente di un’iniziativa analoga con la stessa squadra. Quello della class action, ovvero un’unica causa intentata da più persone che hanno subito lo stesso danno, avviata nel 2012 contro l’allora capitano dell’Atalanta Cristiano Doni, squalificato per cinque anni e mezzo dopo avere confessato di aver preso parte alle combine. Il procedimento è stato poi accantonato, visto che la vicenda non si è ancora conclusa. Ma in un altro caso, la partita Bari-Lecce del 2011 il cui esito fu deciso dall’autogol di Masiello, i tifosi furono risarciti dagli imputati: 400 euro a testa per 260 tifosi.
La quota di adesione al comitato, che i promotori formalizzeranno con un atto legale in questi giorni, si aggirerà intorno ai 30 euro, con i quali potranno essere affrontate le spese di costituzione e i costi del legale da ingaggiare.
(Per gentile concessione di TS, 06/03/2015)
