Tra le tante idee che arrivano spesso dal calcio inglese, spesso si tralasciano quelle relative al rapporto tra società e tifosi. È vero, ci sono casi e casi, e anche loro (gli inglesi) potrebbero fare di più. In tanti si stanno rendendo conto che serve un ritorno parziale agli anni ’80, quando il fattore campo aveva un peso specifico reale. In tanti altri pensano anche che senza tifosi in trasferta l’atmosfera non sarebbe la stessa. Sono loro che fanno la differenza.
A Swansea lo sanno bene e hanno pensato di premiare i tifosi che l’anno scorso hanno viaggiato più di ogni altra tifoseria in Premier League, percorrendo un totale di 6.644 km. La società ha cercato accordi con ogni altra società di Premier per contribuire alla riduzione dei biglietti del settore ospite, ma non sempre è stato possibile.
Così lo Swansea ha deciso di garantire ai propri tifosi che un biglietto in trasferta il prossimo anno non costerà più di 22 sterline (meno di 30 euro), e per questo l’iniziativa è stata ribattezzata “True to 22″, versando quasi mezzo milione di euro di sussidi per i tifosi che seguiranno la squadra lontano dal Liberty. Modello calcio inglese? Si. Ma certe cose da noi spesso non si vedono. Oppure non si vogliono vedere…
