Se, quindi, la premessa doverosa da fare è che i disordini di Bergamo sono deprecabili (e che senz’altro si deve solidarizzare con chi ne è rimasto vittima), è anche vero che può venire il sospetto che gli stessi siano stati successivamente mediaticamente ingigantiti per precise finalità.
Chi scrive pensa che ad ogni azione debba corrispondere una reazione, purché questa sia proporzionata.
Diversamente argomentando, ben potrebbe essere punito con pene incredibili chiunque commette un qualsiasi reato, a prescindere dalla sua tipologia e dalle circostanze.
Ed allora, la realtà dei fatti di Atalanta/Roma vede un’apertura del settore ospiti – che il sottoscritto condivide atteso che non si deve rinunziare a gestire l’ordine pubblico quanto, semmai, gestirlo – per una partita a rischio vista l’atavica rivalità tra le tifoserie.
Le gestione, tuttavia, è stata eccellente nella prima parte, atteso che tutti i tifosi della Romasono riusciti ad accedere senza difficoltà e con una corretta organizzazione nel settore ospiti del vetusto e cittadino stadio bergamasco.
Più perplessità desta il dopo partita, gestito nell’oscurità della sera e ciò in quanto – ad avviso di chi scrive – è stato un errore consentire durante il deflusso dei romanisti la presenza di tifosi atalantini a breve distanza dal parcheggio del settore ospiti, così come è stato un errore lasciare aperto il cancello che separava detto settore dal resto.
In queste situazioni, solitamente i tifosi ospiti vengono fatti defluire nell’antistadio quando di tifosi di casa, in giro, non ce n’è nemmeno l’ombra, ma in questo caso l’uscita è stata fin troppo rapida, con sorpresa di tutti.
Ciò detto in ordine al fatto, che poi si è sviluppato con il lancio di molti lacrimogeni a fronte di disordini di gravità limitata, si è quindi assistito a un clamore mediatico di grande risonanza, condito anche da foto false che riguardavano altri disordini avvenuti in Francia durante manifestazioni politiche.
Cui prodest?
Sicuramente a chi gestisce l’ordine pubblico, che in situazioni mediatiche di questo tipo non avrà difficoltà a riaffermare la correttezza del suo operato, anche quando riguarda situazioni ingiuste come le famose barriere introdotte allo Stadio Olimpico, che nulla hanno a che fare con la gestione dell’ordine pubblico a Bergamo.
Oltre a ciò, si avrà vita facile a disporre misure eccezionali che comprimono i diritti di tutti per i comportamenti tenuti da pochi, secondo la concezione del diritto penale tedesco ante 1945.
E’ infatti evidente, senza perdere la bussola della ragione di fronte alla canea di chi strilla titoli sui giornali, che nel momento in cui si vocifera in ordine al fatto del voler chiudere tutte le trasferte ai tifosi giallorossi, con buona pace della tanto sbandierata tessera del tifoso, si deve respingere alla base il concetto, perché travalica i poteri dello stesso Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, a meno che non gliene vengano dati di nuovi.
L’ONMS, infatti, non dovrebbe essere una sorta di giudice sportivo delle tifoserie, perché il ruolo che gli ritaglia la legge è quello di valutare i profili di rischio di ogni singola partitaed alzi la mano chi pensa che un’ Atalanta/Roma è rischiosa come un Sassuolo/Roma.
Se, poi, la strada che si intende perseguire è quella del colpirne molti per educarne pochi, ben posso dire che la stessa non è affatto corretta e che rischia di portare ad amare conseguenze anche per la vita civile, visto che i provvedimenti che si adottano per gli stadi, al limite – se non oltre – del costituzionalmente consentito, vengono poi agevolmente esportati anche al di fuori del recinto sportivo, come la storia ha già dimostrato.
Ma quando il popolo se ne accorgerà sarà troppo tardi.
(Iogiocopulito/Contucci)