Le immagini e il racconto dei testimoni fanno correre la mente al 2012, agli scontri di Port Said in cui morirono 74 persone, ma fortunatamente quello che è accaduto nella notte di sabato a Casablanca non raggiunge il bilancio di morti e feriti del funesto precedente egiziano. Quello diffuso dalle autorità marocchine resta un bilancio comunque terribile, pesante e insensato, soprattutto perché associato allo sport: 3 morti e 54 feriti è il computo della Direzione generale della sicurezza nazionale, che sui fatti ha aperto un’inchiesta. Lo stadio «Mohammed V» della città marocchina ospitava sabato sera la partita della ventunesima giornata del massimo campionato, tra Raja Casablanca e Chabab Rif Al Hoceima. Una gara importante per la classifica, con le due squadre separate da un solo punto. Un incontro accompagnato da tensione già alla vigilia, quando la polizia ha arrestato dieci persone per atti vandalici. Secondo la prima ricostruzione della autorità, al termine del match i tifosi delle due squadre sarebbero arrivati allo scontro corpo a corpo, accompagnato da una fitta sassaiola. Ma i racconti di chi c’era e i video diffusi da alcuni siti d’informazione locale parlano di una realtà diversa, quella di tafferugli tra gruppi organizzati della tifoseria di casa: da un lato gli Ultras Eagles, dall’altro i Green Boys, nel mezzo tanti, anzi troppi spettatori, visto che secondo le testimonianze in curva c’erano circa 20mila persone, contro una capienza di soli 8mila posti. Niente polizia, nessuna avvisaglia di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco dentro e fuori l’impianto.
PRIMO BILANCIO Due i decessi nella notte, uno in mattinata, tutti minorenni: un bilancio che rischia di dover essere aggiornato in base alle condizioni dei quattro tifosi in rianimazione, così come andrà aggiornato il bilancio degli arresti (tra i 30 e i 40; una decina le auto distrutte) al termine delle indagini. Quelle della federazione hanno già portato a un provvedimento: 100.000 dirham di ammenda (circa 10mila euro) e 5 partite a porte chiuse per il Raja. Se il bilancio di Port Said resta lontano, i fatti di Casablanca assumono ancor più rilievo perché non nuovi nel calcio marocchino. Poco più di un anno fa a Khourigba ci fu un morto negli scontri tra i tifosi locali e quelli del Raja, sempre loro, protagonisti anche nel 2013 di tafferugli con i sostenitori del Rabat arrivati a Casablanca. In questa città, per giunta, il 20 dicembre 2015 scoppiarono incidenti tra gli ultras di Raja e Wydad prima del derby, fatto archiviato con 15 poliziotti feriti. Per la cronaca, la partita di sabato sera è terminata 2-1 per i padroni di casa, ma il risultato è il dato meno rilevante della notte di Casablanca.
(La Gazzetta dello Sport)