La sera del 3, tra mortaretti, processioni, fumogeni. E lacrime. Mentre è in corso la festa della Patrona di Catania, il mondo ultrà saluta il capo storico, scomparso nei giorni scorsi. Ai funerali di Ciccio Famoso c’erano migliaia di persone, radunatesi al Castello Ursino fuori dalla chiesa di San Sebastiano, troppo piccola per contenere tutti coloro che sono legati alla storia rossazzurra e al cammino parallelo dei tifosi. Sono arrivati da tutta Italia: da Genova, passando per Napoli, Palermo, Siracusa. Tutti attorno a Ciccio “Falange” che attraverso varie generazioni ha scritto la storia del movimento ultras etneo.
Dopo la cerimonia religiosa, alla quale hanno assistito dirigenti, giocatori e tecnici rossazzurri (tra gli altri c’erano l’ad Lo Monaco e l’ex presidente Pulvirenti), il feretro è stato portato in piazza Duomo sotto l’elefante simbolo della città. Qui altri cori, fumogeni, ricordi e lacrime anche tra sostenitori di città diverse che allo stadio non si amano proprio. Ma era una giornata all’insegna della mentalità e del rispetto. Un grande esempio civile è stato scritto in occasione di un estremo saluto.
Alle 17 la bara di Ciccio Famoso è arrivata, preceduta da un corteo di auto, con le sciarpe che sventolavano, allo stadio Massimino. I tifosi hanno preso posto ognuno nel proprio settore e sono partiti i cori da stadio che inneggiavano al “capo degli ultrà”. Le due curve si sono infine riunite nella Nord per un abbraccio tutto catanese che riunisce intenti, passioni, speranze.
(La Sicilia – fotogallery)