Un centro medico, una palestra, un negozio ufficiale. Il Frosinone investe sullo stadio di proprietà. E lo sviluppo dell’impianto sarà sostenuto direttamente dai tifosi. Il Benito Stirpe nuovo di zecca punta infatti ad espandersi ancora. La società ha lanciato una raccolta fondi in rete, per trasformarlo nel punto di riferimento dello sport in città. E in poche settimane ha raccolto più di 600 mila euro. I tifosi potranno continuare ad acquistare obbligazioni da 500 euro, investendo sul primo mini-bond del calcio italiano. E la società finanzierà così lo sviluppo di attività legate all’impianto, tra cui il negozio ufficiale, un centro medico per la diagnostica, una palestra e la riqualificazione dell’anello intorno allo stadio.
Interessi
Agli investitori verrà riconosciuto un interesse annuale dell’8%, composto per il 5% da contanti e per il 3% da credito spendibile in abbonamenti e biglietti. L’obiettivo della campagna è quello di raccogliere almeno 1 milione di euro. E il Frosinone ha scelto la piattaforma Tifosy per lanciare in rete la campagna di sottoscrizione delle obbligazioni. La società di Londra usa la finanza per coinvolgere i tifosi nella vita delle società ed è stata fondata nel 2015 da Fausto Zanetton e Gianluca Vialli, ex bomber della Juventus e della Nazionale, oggi commentatore Sky. Tifosy fino ad oggi ha raccolto complessivamente poco meno di 3 milioni di euro, compresa la recente ricapitalizzazione. In Italia il Parma ha raccolto 170 mila euro sulla piattaforma per realizzare il museo della società, mentre in Inghilterra club storici come Portsmouth e Fulham sono riusciti a coinvolgere i tifosi, autofinanziando rispettivamente la costruzione di un nuovo centro sportivo da 400 mila euro e la realizzazione di una statua dedicata a uno storico terzino della società di Londra. Assieme alla Lega B la startup ha invece contribuito alla campagna di raccolta fondi in rete per la costruzione di uno stadio sull’isola di Lampedusa.
Obbligazione
L’obbligazione è emessa dalla Crowdfunding Frosinone Calcio plc, società con sede a Londra e controllata da Together Infrastrutture Sportive S.r.l., che detiene le infrastrutture concesse al Frosinone, stadio incluso. «Abbiamo scelto di rivolgerci ai tifosi e di non andare in banca perché crediamo che l’iniziativa possa far crescere il senso di appartenenza alla società. Questa iniziativa per noi rappresenta l’opportunità di costruire qualcosa che sarebbe stato impossibile da realizzare. E a farlo saranno i tifosi gialloazzurri», spiega Maurizio Stirpe, presidente del Frosinone. «Le società devono capire che i tifosi non sono clienti, ma possono diventare soci. Il Frosinone inaugurerà un nuovo ciclo in Italia, da capofila delle società che puntano a fidelizzare i tifosi, raccogliendo fondi per infrastrutture che useranno loro stessi», ragiona Gianluca Vialli, cofondatore della piattaforma Tifosy. «A meno che tu non sia un club con un marchio riconosciuto, è difficile che una grande banca accetti di finanziarti. Questo strumento offre un’alternativa economica alle società», spiega Nicola Verdun, a capo di Tifosy in Italia e Spagna.
Nuovo impianto
Il nuovo impianto del Frosinone era stato inaugurato lo scorso settembre. Un investimento da oltre 20 milioni di euro, che ha riproposto la società gialloazzurra nel Pantheon delle società italiane che controllano uno stadio di proprietà. Prima del Frosinone erano arrivate Juventus, Udinese e Sassuolo. In cantiere invece ci sono gli impianti di Roma, Atalanta e Cagliari. Qualche settimana fa è stato presentato anche il progetto del nuovo stadio del Pescara, per cui è previsto un investimento privato non inferiore ai 70 milioni di euro. La Juventus ha tracciato il percorso, con i risultati sul campo che hanno regalato un seguito agli investimenti per il nuovo stadio. Una strada maestra che diverse società tra Serie A e B stanno provando a ripercorrere.
(Corriere della Sera)