Dopo Nonno Ciccio, lui. È il più vecchio frequentatore della curva Maratona, che lui, Paolo Fiorini, definisce «la migliore del mondo». Veterano del Toro, Fiorini, ormai prossimo agli 85 anni (li compie il 2 dicembre), non si perde una sfida della squadra del cuore e quando ha dovuto scegliere a quale club di tifosi aderire ha deciso di passare dal Toro Club Valenza al più caldo«Alessandria Granata», l’ala ultras del tifo torinista in provincia. Certo, nella scelta ha pesato l’amicizia con Marco Castellano che del club mandrogno è vice presidente e di Fiorini è compaesano: entrambi sono di Oviglio, paese di nascita anche dello speaker ufficiale del Toro, Stefano Venneri, che tanta parte ha avuto nella festa a sorpresa che la società ha riservato domenica a Paolo.
In paese si inaugurava una mostra dedicata al calcio cittadino ma al momento del taglio del nastro, il fuori programma ha previsto un dono speciale per Fiorini: la maglia autografata del «Gallo» Belotti, che è arrivata grazie a Venneri e al responsabile organizzativo granata Alberto Barile.
Una festa che ha commosso il nonno-ultras, uno che ancora qualche anno fa seguiva il suo Toro nelle trasferte a Firenze e Bologna e che trent’anni fa ebbe il coraggio di partire per Spalato lui che oltre all’italiano parla solo dialetto.
In Maratona non manca mai e la curva gli porta il rispetto che si merita uno che si presenta snocciolando a memoria la formazione del Grande Torino: «È la prima squadra che ho visto, come facevo a non innamorarmi? Mio padre mi portava in Lambretta al Filadelfia partendo da Oviglio, un viaggio d’altri tempi e da allora i granata sono e restano l’unica mia passione» e mentre parla sembra di vederlo percorrere le disastrate strade del dopoguerra per una fede. Granata nel midollo (non manca mai di indossare un vestito in tinta), ancora oggi, vicino ai 90 anni, difende a spada tratta la sua squadra suscitando l’ammirazione anche dei tifosi rivali. Ma Paolo pensa solo al suo Toro: «Belotti deve rimanere con noi. Una volta il mio idolo era Mazzola, oggi è il Gallo» e se non è un’investitura, poco ci manca perché per un torinista il paragone col «capitano» è il massimo.Se il presidente Cairo cedesse mai alle sirene di mercato prima o poi dovrà fare i conti anche con «Paolone».
(La Stampa)