Un poliziotto ogni cinque tifosi in arrivo da Londra, Manchester, Liverpool e dintorni. Dublino, sferzata dal vento, è blindata. Temple Bar, il quartiere della movida della capitale dell’Eire, è sotto controllo da venerdì sera. Oggi, a 20 anni di distanza dai disordini passati alla storia come i Lansdowne riots, l’Inghilterra torna a giocare in Irlanda e il ricordo di quanto accadde allora, con 42 arresti e centinaia di feriti, ha fatto scattare l’allarme. I canti anti-Ira dei fans inglesi allo Juventus Stadium di Torino hanno preoccupato le autorità: c’è il timore che l’amichevole con l’Italia, il 31 marzo scorso, sia stata la prova generale per scatenarsi allo stadio Aviva, dove non a caso si gioca alle 13 locali, orario migliore per controllare la situazione e rispedire a casa i tifosi inglesi, circa duemila. I controlli all’aeroporto e al porto di Dublino sono stati meticolosi. Da Londra sono arrivati alcuni agenti per aiutare i colleghi irlandesi. A duemila hooligans sono stati sequestrati nei giorni scorsi i passaporti e hanno l’obbligo di firma al commissariato di appartenenza fino a lunedì. L’amichevole è anche una prova generale per le due squadre. L’Irlanda affronterà la Scozia sabato 13 nelle qualificazioni europee, mentre l’Inghilterra domenica prossima giocherà a Lubiana contro la Slovenia. Hodgson, per non rischiare, a Dublino terrà a riposo Rooney. In attacco debutterà Austin, il centravanti del Qpr.
(Boldrini, Gasport)