Da un estratto dell’intervista in edicola nella Gazzetta di oggi.
La Serie A una volta era l’ombelico del mondo. Cosa abbiamo sbagliato?
«Avevate il campionato più ricco e più bello. Tutti volevano venire in Italia. Non avete saputo gestire il vantaggio: tra scandali, strutture inadeguate e liti, ora siete dietro. L’errore? Pensare troppo ai soldi: si gioca troppo, si fa tutto per lo spettatore televisivo e nulla per il tifoso, si organizzano tournée estive inutili. Si pensa solo all’oggi, dimenticandosi del domani. Non dovete sorprendervi se siete dietro ora».
Come si tutela il calcio secondo lei?
«Dico una cosa che non farà piacere a tanti dirigenti: bisogna giocare di meno. Ci sono troppe partite, si arriva a giugno usurati. E i grandi campioni faticano. Occorrono 4 settimane di vacanze e 4 di preparazione. I tornei a 20 squadre sono stressanti. Il Mondiale allargato a 48 squadre? Si fa ogni 4 anni e dura sempre un mese. Bisogna ridurre i campionati nazionali e rinunciare a qualche soldo. Avremo calciatori a posto fisicamente e gare più spettacolari. Così evitiamo di vedere Cristiano Ronaldo giocare la finale di Champions a Milano zoppicando e l’Italia decimata dagli infortuni all’Europeo in Francia».