Vito Crimi, M5S. Gian Marco Centinaio, Lega Nord. Loredana De Petris e Paolo Cento, Sel. Mario Tullo, Pd. Questi i nomi filtrati, magari c’era qualche altro illustre parlamentare. Sono i senatori e i deputati (nel caso di Cento, ex) che ieri si sono «confrontati» dentro una sala del Senato della Repubblica con i rappresentanti di venticinque gruppi ultrà italiani, per lo più riconducibili a squadre di calcio, ma non solo. Con gli esponenti del San Donà (rugby) e della Fortitudo Bologna (basket), infatti, c’era la «crema« del movimento ultrà italiano: Arezzo, Ascoli, Atalanta, Avellino, Bari, Brescia 1911, Bologna, Cavese, Cesena, Fasano, Genoa, Lazio, Milan, Napoli, Padova, Palermo, Parma, Reggiana, Sampdoria, Ternana, Udinese, Venezia, Vicenza. Una folta delegazione riunita dagli avvocati Giovanni Adami e Lorenzo Contucci, che ha avuto accesso al Senato, in una sala prenotata personalmente da Vito Crimi, ex capogruppo grillino, quello – lo ricorderete – che al fianco di Beppe Grillo dettava le condizioni del Movimento Cinque Stelle al «povero» Bersani.
Ieri, invece, Crimi ha ascoltato le condizioni di Claudio Galimberti […] per curriculum capitano della squadra scesa in campo ieri al Senato […]. Ieri il Bocia ha illustrato a senatori e deputati in piena campagna elettorale il «programma» che gli ultrà italiani, stanchi di essere sottoposti alle misure restrittive disposte per arginare le loro violenze, vorrebbero inserire in un disegno di legge che qualcuno, sulla scia di una sentenza della Cassazione, sta seriamente pensando di scrivere, incentrato ufficialmente sull’abolizione del doppio Daspo, cioè la misura che oggi consente di sommare al Daspo disposto dal Questore, quello, in caso di condanna, del magistrato. La conferenza ha finito per fare da cassa di risonanza a tutte le richieste ultrà: no alle barriere nelle curve, al divieto di petardi, fumogeni, striscioni non autorizzati; sì alla modifica degli articoli 8 e 9 della legge numero 41 del 2007, no alla tessera del tifoso (al massimo facoltativa), no alle multe per chi cambia posto, etc etc. Sono i motivi per cui gli ultrà di Roma e Lazio, da mesi, disertano l’Olimpico […].
(Gazzetta)
“Siamo a un punto importante, stiamo facendo una bellissima cosa: con tante tifoserie siamo andati a Roma e davanti ai politici insieme abbiamo voluto dimostrare e ribadire le nostre priorità che ci sono state tolte». Il Bocia era a Roma, in Senato, nella giornata di mercoledì 6 aprile per parlare di tifo. Al Senato si è trattato di un incontro importante per il mondo del calcio: da una parte i rappresentanti del mondo ultras con il loro grido di dolore per gli stadi ormai desolatamente vuoti; dall’altra i rappresentanti del Governo, tra deputati e senatori, pronti ad ascoltare le loro ragioni.
Per la prima volta, scrive l’ecodibergamo.it, insieme allo stesso tavolo non era mai accaduto: «Noi siamo i veri clienti di questo calcio – dichiarano con forza i tifosi-, quelli che pagano il biglietto per andare allo stadio, e abbiamo tante cose da dire». Doppiodaspo, barriere nelle curve, fumogenie striscioni estemporanei,manifestazioni e cortei sportivi, modifica degli articoli 8 e 9 della legge n.41 del 2007, tessera del tifoso facoltativa: questi i temi attorno ai quali si è dibattuto, con serenità, tra le parti.
«Siamo stati dei maestri per l’Europa intera,eravamo il mito per l’Eruropa e oggi l’Europa ci bagna il naso: noi vogliamo riavere i nostri strumenti. Lasciateci fare i tifosi, non dividete le curve. Lasciateci fare quello che siamo bravi a fare, con passione: tifare» ha detto il capo ultras atalantino. E il Bocia aggiunge: «Non si può dividere una curva: perchè non si possono fare le coreografie. Quelle coreografie che sono studiate e pensate con passione: noi siamo il dodicesimo in campo. Devono ridarci quello di ci spetta».
(ForzaRoma.info)