Passato in cavalleria il derby con la Ternana, ci sembra giusto riavvolgere il nastro su quanto accaduto dopo Perugia-Cesena del 26 settembre, sul comunicato emesso settimana scorsa e alcune riflessioni degli Ingrifati.
Post-partita che ha visto protagonisti un piccolo gruppo di supporter biancorossi, venuti a contatto con le forze dell’ordine nel tentativo di raggiungere la zona dello stadio Curi riservato ai tifosi ospiti. A distanza di quasi un mese, dopo l’arresto del commerciante reo di aver colpito con un sasso uno steward dell’impianto di Pian di Massiano, sono arrivati i primi duri provvedimenti nei confronti dei tifosi perugini, rivolti in buona parte agli ultras del gruppo degli Ingrifati, che hanno così deciso di rispondere con un comunicato a quanto stabilito dalle autorità.
Il comunicato – “Come tutti sapete, nel dopopartita di Perugia-Cesena si sono verificati alcuni incidenti. Bene, partiamo dal presupposto che non siamo qui a cercare scuse o dare giustificazioni sull’accaduto, ne vogliamo la compassione di nessuno. I poliziotti di fronte gli spogliatoi erano gli stessi che in più occasioni avevamo “incontrato” a Frosinone, dove chi era presente sa di cosa stiamo parlando. In seguito a questo in settimana sono arrivate numerose diffide, tutte a carico del nostro gruppo, che vanno da due fino a sette anni, ciascuna con obbligo di firma. Ribadiamo il nostro pensiero pubblicamente, così come abbiamo fatto con i diretti interessati, dicendo che non condividiamo ne accettiamo il comportamento della curva e soprattutto degli altri ultras nel momento dell’accaduto e tantomeno quello della questura a pochi giorni dal derby. Non possiamo restare muti di fronte a questa situazione, quindi facciamo presente che nei giorni successivi esterneremo il nostro disappunto, sperando che almeno in questo momento la curva non ci volti le spalle. Nonostante tutto andremo avanti per la nostra strada, così come abbiamo sempre fatto a 360° nel bene e nel male, ostinatamente ultras ostinatamente INGRIFATI!!!!!“.
Umbria24 ha incontrato un esponente degli ultrà ‘Ingrifati’, il gruppo della ‘Nord’ che conta «più colpiti» dai provvedimenti di polizia, tra tutti i destinatari dei Daspo. A denunciarlo sono gli stessi ‘Ingrifati’ attraverso una nota stampa, ma come sono andati, a parere di chi era tra quegli ultrà, quel giorno, i fatti? «Premesso che chi conosce il codice ultrà – spiega a Umbria24 un esponente degli ‘Ingrifati’ – e chi conosce il nostro gruppo sa che non fa parte di noi e del nostro modo di essere, il fatto di incazzarci con un arbitro per una partita. Premesso che per un ultrà vero può esistere l’ipotesi dello scontro con gli ultrà avversari, ma non le bazzecole da tifoso, dico che quel giorno, noi non abbiamo fatto nulla di diverso da tutti gli altri giorni, nel dopo partita. Siamo usciti dalla curva e ci siamo diretti verso il nostro punto di incontro che è sempre quello, di fronte gli spogliatoi. Abbiamo assistito appunto a chi protesta dietro gli spogliatoi e alle altre cose di ogni partita. Quel giorno nessuno ha lanciato nè una monetina, nullla di nulla, ci siamo solo visti arrivare i celerini addosso. Hanno attraversato la strada e ci hanno caricato. Qualcuno ha reagito».
Fatti precedenti L’esponente degli ‘Ingrifati’ continua il suo racconto collegando gli episodi di quella domenica a episodi precedenti. «Siamo stati due volte a Frosinone e chi è venuto sa di cosa parlo, in entrambe le occasione ci hanno caricati. Questa volta a Perugia era un gruppo della celere romana che ci ha aggrediti senza una evidente ragione. Senza che nessuno avesse fatto nulla. Consideriamo assolutamente inaccettabili e da non credere i provvedimenti compiuti dalla polizia perugina. Fino a sette anni di diffida con 5 anni di obbligo di firma, non si era mai visto una roba del genere, per simili motivi, e non se ne comprende la ragione. Crediamo che questo tipo di atteggiamento aggressivo non va nella direzione di allentare la tensione».
Curva Nord L’esponente degli Ingrifati, sollecitato da chi scrive, risponde anche sul clima della curva. Sia dal comunicato che dal comportamento della curva Nord la scorsa domenica, si evidenzia della ‘ruggine’ tra i vari gruppi organizzati di ultrà. Durante la gara infatti gli ‘Ingrifati’ si sono trovati da soli a lanciare alcuni cori, mentre le altre tifoserie non li hanno seguiti. C’è voluto del tempo per comporre una curva che ha diverse anime, ma quest’anno si è assistito a cori che partono all’unisono e a una buona intesa in perfetto stile del ‘rispetto dei codici ultra’. Ma qualcosa sembra cambiato. Non è così? «Si è così. Ma è dovuto al fatto che non siamo tutti ultrà. Ci sono i veri ultrà, quelli che vivono da ultrà e ci sono i sedicenti ultrà. Di questi ultimi ce ne sono molti anche nella nostra curva Nord, purtroppo. Chi conosce i codici ultrà sa di cosa parlo. Se io vedo un ultrà del Perugia, anche che non è della mia stessa componente, aggredito, io vado a dargli una mano. Chiaro? Ecco questo non lo posso dire per gli altri. Tutto qui. Per tutto il resto invece preferisco che i panni sporchi ce li laviamo in casa».