Pescara-Vicenza, nessuna differenza: recita così uno storico coro dei tifosi abruzzesi cantato in questi quarant’anni di amicizia con i colleghi vicentini. Ieri sera non c’è stata differenza nemmeno dal punto di vista cromatico: il Pescara ha giocato con l’inedita quarta divisa, a strisce biancorosse, dedicata al club veneto. Che, a sua volta, ha una terza maglia a strisce biancazzurre (indossata lo scorso 17 dicembre a Terni). Ufficialmente, ieri il club ha annunciato qualche ora prima della gara la decisione di giocare in biancorosso per celebrare il 40° anniversario del gemellaggio con il Vicenza (doveva essere così già lo scorso 8 gennaio, giorno del rinvio della partita).
Un caso come ce ne sono pochissimi nel mondo (es. Torino/River/Peñarol e forse neanche questo visto che non nasce dai tifosi, ma dalle società, ndr).
IL COMUNICATO Coincidenza sinistra, però, quella che lega la scomparsa del biancazzurro al durissimo comunicato stampa diffuso ieri mattina dai tifosi della curva nord, i Pescara Rangers, in cui chiedevano alla società di non far indossare più la prima maglia alla squadra di Oddo. «Da oggi in poi la nostra presenza sarà solo ed esclusivamente per la città, per i nostri colori, per la nostra maglia. A proposito: per la nostra maglia, che ha più di 80 anni di storia, basta umiliazioni. Da qui alla fine della stagione non indossatela più. Non siete degni di rappresentarla», è il passaggio clou della nota dei Rangers. Che prosegue così: «Era difficile fare peggio di 4 anni fa, noi ci siamo riusciti. Le colpe sappiamo a chi attribuirle: una società incapace di essere tale, giocatori mercenari e inadeguati, un “direttore sportivo” inesistente, un allenatore arrogante e snervante, degno figlioccio del suo “presidente”, se si può chiamare tale, presuntuoso e incapace pure di mettere in discussione un allenatore che in 22 partite non ha mai vinto».
(Gazzetta/D’Angelo)