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Pontedera, cronaca di un mancato saluto

Pontedera, cronaca di un mancato saluto

8 ottobre 2015

«A fine partita non siamo andati sotto il settore ospiti per non rischiare di incappare in una sanzione da parte della Lega. Da quest’anno, infatti, quando i tifosi ci chiamano a fine partita, non possiamo più andare da loro, se non per festeggiare. Il rischio è quello di prendersi un turno di squalifica e 5mila euro di multa. Capiamo bene i sacrifici che fanno gli ultras per seguirci e comprendiamo il loro disappunto».

Prima di analizzare il ko di domenica (2-1) con la Maceratese, Federico Vettori fa chiarezza sull’episodio avvenuto nelle Marche poco dopo il fischio finale. Gli ultras del Pontedera, amareggiati per la sconfitta dei granata e per un primo tempo giocato sottotono dagli uomini di Indiani, hanno chiamato la squadra ai piedi del settore ospiti. I giocatori però sono andati negli spogliatoi, tranne un paio che si sono diretti verso i tifosi. Vettori, che stava entrando nel tunnel, li ha invitati a seguirlo, facendo loro segno di non andare a dialogare con gli ultras. «L’ho fatto – precisa ancora il capitano del Pontedera – perché non possiamo permetterci di perdere due giocatori per squalifica in questo momento. I tifosi lo sanno che sono sempre disponibile a confrontarmi con loro».

Spiegate le motivazioni della mancata chiacchierata al termine della partita, Vettori parla di quello che è successo in campo. Cominciando dal black-out del primo tempo: «Ci siamo accorti che giocando palla a terra avremmo potuto metterli in seria difficoltà, ma non siamo riusciti a farlo. Dopo due match in cinque giorni nella terza gara probabilmente abbiamo accusato un po’ di stanchezza, ma non deve essere una scusa».

A 45’ da incubo ha fatto seguito una ripresa in cui il Pontedera ha provato a rimontare il doppio svantaggio: «Abbiamo reagito, il rischio era quello di crollare definitivamente, ma non lo abbiamo fatto.

Se avessimo segnato in apertura di secondo tempo saremmo riusciti anche a pareggiare. Ai tifosi voglio dire che ce la mettiamo sempre tutta, al di là delle difficoltà che incontriamo. Domenica senza Kabashi e Cesaretti (uscito dopo 15’ per un virus influenzale) abbiamo perso molta qualità».

(Il Tirreno)