Ultras Liberi”, “diffidati con noi” e tanti altri sono gli slogan e gli striscioni cantati ed esposti dalle frange più estreme dei tifosi. Dalla parte più calda delle curve.
Ultras che, in un modo o nell’altro, stanno subendo, col passare degli anni, sempre più restrizioni. In Italia è stata introdotta la Tessera del Tifoso, accompagnata da norme e divieti spesso esagerati. A Roma, addirittura, le curve sono state divise con le barriere volute dall’ex prefetto e neo capo della polizia Franco Gabrielli.
Nemmeno all’estero, però, scherzano. In Francia ad esempio, sponda Psg, gli ultras sono proprio stati estromessi dallo stadio. Cacciati dal Parco dei Principi.
“Liberté pour les ultras”, hanno cantato i tifosi del Paris, interrompendo il discorso del presidente Nasser Al-Khelaifi, durante la festa per la conquista della quarta Ligue1 consecutiva.
“Nulla di strano per uno stadio, non fosse che in quello stadio di ultras non ce ne sono più e chi canta è gente comune”, si legge sul blog “Io gioco pulito” del Fatto quotidiano.
Un gesto di solidarietà del pubblico del Paris-Saint-Germain verso i propri ultras. Una dimostrazione di quanto vincere, a volte, non basta per far contenti i tifosi.
“I problemi fra PSG e gli ultras risalgono ormai ai primi anni 2000 quando la rapida ascesa dei gruppi del Virage Auteuil (Supras, Lutece Falco e Tigris Mystic su tutti) portarono alla nascita di un forte contrasto ideologico fra le nuove realtà, multiculturali e di sinistra, e la storica Kop de Boulogne, nazionalista e di destra. Negli anni a seguire, sia in casa che in trasferta, sono stati continui gli episodi di violenza fra le due componenti ultras parigine che giunsero al culmine il 28 Febbraio 2010”.
Yann, 38 anni, membro dei Casuals Firm Paris, vicini alla Kop de Boulogne, venne ucciso nei violenti scontri fuori dal Parco dei Principi prima di PSG-OM.
Da quel momento la proprietà del club vietò a tutti gli ultrà l’acquisto degli abbonamenti. Senza mai rivedere la decisione presa.
La nascita del “Collectif Ultras Paris“, movimento che punta proprio al ritorno della parte più calda del tifo allo stadio, potrebbe far trovare un compromesso.
“Tutti possono sbagliareSiamo aperti a tutti. Vogliamo solo tornare a creare un bell’ambiente al Parco dei Principi. Rifiutiamo la violenza e tutte le forme di discriminazione. Siamo apolitici” , i punti cardine del manifesto fondativo del gruppo.
Al momento, però, nessuna risposta da parte della società e il Psg continua a vincere, ma senza ultrà non é la stessa festa.
(Paolo Signorelli, L’Ultima Ribattuta)