Sono donne, sono giovani, sono belle. C’è Yana 23enne, recentemente ha avuto un figlio. C’è Maria, giovane modella di Mosca. Poi c’è Olga, il suo corpo è pieno di tatuaggi, lei è una di alto profilo. Le accomuna una sola passione: il calcio, o meglio il tifo per il calcio. Loro sono le ultras russe, pericolosissime ultras russe. Gli schemi mentali e i preconcetti si sgretolano come neve al sole. In un mondo misogino, razzista e gerarchico come quello delle curve essere donna è un limite di genere che rende ancora più difficile emergere. Farsi rispettare è una necessità. La violenza e la spregiudicatezza sono la regola.
Dopo gli scontri di questi giorni all’Europeo francese si è tornato a parlare del pericolo del tifo violento negli stadi e soprattutto fuori dagli stadi, ma il fenomeno che sembra nuovo, è un altro. Non c’è solo Alexander Shprygin, l’ultranazionalista russo espulso due volte dalla Francia dopo che sabato scorso è rientrato tranquillamente a Tolosa per vedersi il match tra Russia e Galles. Se il noto capo ultrà russo filonazista, considerato vicino al Presidente Vladimir Putin, ha suscitato proteste e interrogativi in Francia, passa in silenzio il tifo in rosa.
Yulya Sergeeva, ha 20 anni vive a Ekaterinburg negli Urali. Lei è un ultras con i muscoli d’acciaio, si fa chiamare Eva Braun, come la compagna di Hilter. Poi c’è l’ex regina della bellezza Olga Kuzkova, ben nota per i suoi messaggi sui social media a sfondo razzista, tra cui uno denigratorio contro gli omosessuali, definiti “pervertiti”. La 23enne Yana Danilova, invece è un ultras del Lokomotiv Mosca, ha recentemente preso il “congedo” maternità dalla sua carriera di fan radicale e si è ritirata attualmente dagli eventi calcistici. Poi c’è la Miss del calcio russo, a cui hanno tolto il riconoscimento dopo che è emerso che era razzista. Spesso pubblicava sul suo profilo contenuti molto pesanti contro ebrei e neri.
Come gli uomini anche le donne si “allenano” nei boschi. Da alcuni video su Youtube è emerso che le bande al femminile si ritrovano in luoghi appartati nei dintorni di Mosca e a squadre si attaccano l’una contro l’altra. Sul sito del Dailymail si spiega che sono delle vere e proprie preparazioni di arti marziali in vista per la Coppa del Mondo del 2018 che si effettuerà proprio in Russia. Pugni, calci, donne gettate a terra, tutto è consentito pur di farsi rispettare. “Ho iniziato a seguire il calcio con gli ultras uomini, quindi ho deciso di fondare un gruppo tutto al femminile. Per me il tifo non è solo una roba da uomini. Tutti possono fare questo ‘ lavoro’”, ha spiegato al quotidiano una delle leader di una banda legata allo Spartak Mosca. “Noi siamo indipendenti anche se delle volte aiutiamo i ragazzi a disegnare striscioni. Per tutto il resto siamo un gruppo a parte”.
Il fenomeno delle donne nelle curve russe trova le sue radici circa una decina di anni fa. Quando alcune fidanzate di capi ultras hanno iniziato a seguire la squadra del cuore. Non è chiaro oggi quanti siano i gruppi tutti al femminile nel paese degli Zar, ma il fenomeno è sicuramente in crescita. Non si sa nemmeno quante ultras siano andate in Francia per Euro 2016. Dai messaggi social tuttavia una cosa è certa “le tifose russe sono pronte per la Coppa del Mondo 2018. “Aspettiamo gli ospiti stranieri a WC2018”, ha scritto una ultras su Facebook. Sono lontani gli anni in cui Rita Pavone cantava: “Perché, perché la domenica mi lasci sempre sola, per andare a vedere la partita di pallone…”. Ora l’emancipazione e la rivincita passa anche dal calcio.
(Ticino Online)