Mancano ancora 18 mesi, ma l’attenzione sui Mondiali di calcio del 2018 in Russia sono già accesi. Fervono i preparativi per le infrastrutture e quelli dell’apparato di sicurezza. Ma non solo. A prepararsi sono anche gli ultras russi, nazionalisti vicini a Vladimir Putin che promettono di dare battaglia come già successo all’Europeo della scorsa estate in Francia dove furono protagonisti di molti scontri con gli hooligans inglesi.
I LEGAMI OSCURI CON GLI HOOLIGANS RUSSI
Alcuni osservatori e critici hanno sostenuto che l’armata di hooligans russi che ha seminato devastazione per le strade delle città francesi la scorsa estate fosse in realtà un “esercito di Putin”, inviato dal Cremlino in Francia per creare caos. A capo di questa armata ci sarebbe Alexander Shprygin, 38enne capo dell’associazione dei tifosi di calcio russi.
GLI ULTRAS E IL MOVIMENTO ULTRANAZIONALISTA PRO PUTIN
Il dubbio di una certa continuità tra gli hooligans e Putin è alimentata dal ruolo politico di Shprygin, che è anche un assistente parlamentare di Igor Lebedev, importante uomo politico del partito ultranazionalista. Si tratta di un movimento che si professa liberaldemocratico e che è schierato nettamente al fianco del Cremlino. Nel corso degli anni Lebedev ha invitato Putin a bombardare Lettonia, Giappone e Turchia. Shprygin, suo braccio armato, ha lasciato due tifosi inglesi in coma e altri con lesioni gravi dopo gli scontri in Francia. E Lebedev ha appoggiato in maniera inequivocabile gli hooligans: “Non vedo nulla di sbagliato nel fatto che i tifosi combattano”.
DA EROI NAZIONALI A REIETTI
Al ritorno in patria gli hooligans sono stati accolti alla sorta di eroi nazionali. Ma ora il vento sembra essere cambiato. Nelle scorse settimane il Cremlino ha iniziato a cambiare atteggiamento nei loro confronti in vista dei Mondiali del 2018. Il ministro dello Sport Vitaly Mutko ha detto che Shprygin e gli altri ultras danneggiano la reputazione della Russia.
STRETTA SUGLI HOOLIGANS: IL MONDIALE DI PUTIN NON SI TOCCA
Non solo. Shprygin è stato persino espulso dalla Federcalcio russa e arrestato per un presunto coinvolgimento in una rissa di massa tra ultras delle squadre rivali di Mosca per poi essere rilasciato senza accuse. La stessa sera è stato dato fuoco al suo Suv. Da eroi nazionali a reietti, gli hooligans russi si sentono traditi. La Polizia sta stringendo le maglie con perquisizioni e retate. Il messaggio è chiaro: il caos lo potete fare all’estero, in Russia dovete stare buoni per non rovinare i Mondiali di Putin.