Il calcio italiano potrebbe ben presto dire addio alla tessera del tifoso. Questa è l’importante novità anticipata dal presidente del CONI Giovanni Malagò nell’occasione di un’audizione alla Commissione Antimafia.
Venerdì 4 agosto infatti si terrà a Roma un vertice alla presenza del ministro dell’Interno Marco Minniti, di quello dello Sport Luca Lotti e dei vertici dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive.
Nell’incontro si discuterà delle novità in termini di sicurezza da intraprendere visto l’imminente inizio del campionato di calcio, con diversi rumors che parlano di una sorta di ritorno al passato.
Fin da subito potrebbe essere consentita la vendita dei biglietti anche al botteghino dello stadio fino a pochi minuti dall’inizio della partita, con l’obiettivo anche di mandare in soffitta entro tre anni la tessera del tifoso.
Una notizia questa che da un lato farà gioire i milioni di tifosi delle squadre professioniste del nostro calcio, che da anni devono fare i conti che le rigide norme in vigore dal 2010. Dall’altro però, c’è il sentore che questa paventata abolizione della tessera del tifoso possa portare ad un aumento dei divieti e delle misure restrittive.
Cambia il calcio: addio alla tessera del tifoso
La sera del 2 febbraio 2017 segnò un punto di non ritorno per quanto riguarda il calcio italiano. Durante gli scontri tra tifosi in occasione del derby siciliano Catania-Palermo, morì il carabiniere Filippo Raciti.
Un episodio questo che provocò un autentico giro di vite da parte delle istituzioni per cercare di porre rimedio alle violenze degli ultras. Dopo un periodo di studio Roberto Maroni, allora ministro dell’Interno del governo Berlusconi, ideò la famigerata tessera del tifoso.
Entrata in vigore a partire dalla stagione 2010/2011, la tessera del tifoso è uno strumento necessario per poter permettere a un supporter di sottoscrivere un abbonamento oppure prendere parte a una gara in trasferta della propria squadra del cuore.
Non possono sottoscrivere la tessera del tifoso che è stato colpito dal DASPO, ovvero il divieto temporaneo di accesso alle manifestazioni sportive comminato a chi si macchia di episodi tumultuosi, oppure chi è stato condannato anche in primo grado per reati di violenza.
Oltre alla tessera del tifoso, vennero presi anche altri provvedimenti come l’aumento della videosorveglianza, la numerazione obbligatoria dei posti negli stadi e i biglietti nominali acquistabili soltanto in specifici punti vendita.
Tutta una serie di norme che, oltre alla veemente protesta da parte dei gruppi ultras, ha portato anche un drastico calo degli spettatori negli stadi italiani. Comprare un biglietto per una partita a volte poteva essere infatti un’autentica impresa.
Adesso però il governo e il mondo del pallone sono pronti a cambiare queste norme. Da questa stagione sportiva dovrebbe infatti essere ripristinata la vendita dei tagliandi ai botteghini dello stadio, anche fino a pochi minuti prima dell’inizio della partita.
Ma la sfida più importante sarebbe però quella di mandare in pensione entro tre anni la tessera del tifoso. Al suo posto ci dovrebbe essere una sorta di codice etico che ogni società farebbe sottoscrivere ai propri tifosi.
Starebbe quindi alla discrezione dei vari club professionisti, in caso di violazione del testo sottoscritto da parte di un proprio supporter, il decidere se un tifoso possa essere allontanato o meno dal proprio stadio.
Più divieti?
La novità dei biglietti acquistabili anche al botteghino dello stadio il giorno stesso della partita è sicuramente una buona notizia. Questa restrizione infatti ogni settimana teneva lontani dagli impianti diversi appassionati.
Chi decideva soltanto all’ultimo di vedere dal vivo una partita, oppure chi aveva scarsa familiarità con i nuovi metodi per l’acquisto dei biglietti, era di fatto impossibilitato a recarsi allo stadio.
Il punto cruciale però rimane la tessera del tifoso. Il provvedimento fin dalla sua emanazione aveva suscitato più di un dubbio. Non si capiva bene infatti come potesse quella che alla fine era una sorta di bancomat debellare il fenomeno della violenza negli stadi, visto che in fin dei conti i biglietti nominali già esistevano.
Nonostante l’introduzione della tessera del tifoso, puntualmente comunque arrivavano anche divieti e restrizioni per gli appassionati tesserati. Una sorta di paradosso questo che andava a evidenziare tutta l’inutilità dello strumento.
Con l’abolizione della tessera però potrebbe verificarsi un inasprimento dei divieti. Sarà sempre l’Osservatorio per le manifestazioni sportive infatti a decidere, in caso di partite considerate a rischio, eventuali restrizioni.
L’Osservatorio in questi anni è stato attaccato in quanto, in barba al fatto che la tessera del tifoso venne creata proprio per garantire a chi avesse i requisiti di poter seguire liberamente la propria squadra del cuore, andava spesso a vietare le trasferte a tutti i residenti di una determinata provincia, anche se tesserati.
Provvedimenti questi che puntualmente andavano a provocare la reazione dei tifosi e delle associazioni, che trovavano inammissibile e poco coerente negare le trasferte anche ai possessori della tessera.
Andando a eliminare la tessera del tifoso, l’Osservatorio quindi si potrebbe sentire ancora più libero di imporre divieti di trasferta oppure le porte chiuse in quanto non ci sarebbero più da garantire i diritti dei sottoscrittori.
Non rimane quindi che vedere come andrà a evolversi la vicenda, con la speranza che le novità all’orizzonte siano portatrici di veri miglioramenti, altrimenti l’obiettivo di ripopolare gli stadi italiani non rimarrà che una chimera.
(Money.it)
Non basta: come succede da tempo in Inghilterra, e come ultimamente abbiamo avuto modo di constatare con la curva della Juventus, sono e saranno le società le dirette responsabili dei propri tifosi. In questo modo, in un futuro non molto lontano (anzi, vicinissimo), potranno decidere liberamente chi “invitare” a casa propria e chi lasciare fuori (gli stadi di proprietà…). E il fatto è che avranno tutto il diritto di farlo…