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Ultrà Cosenza contro abusi ed umiliazioni: “Adesso la misura è colma”

Ultrà Cosenza contro abusi ed umiliazioni: “Adesso la misura è colma”

4 marzo 2020

Mediante i propri canali ufficiali, gli Ultrà Cosenza 1978 Curva Sud hanno preso posizione su una singolare vicenda che ha interessato un 70enne tifoso dei lupi silani. Nulla che abbia strettamente a che fare col mondo ultras rossoblu, ma qualcosa che ha spazientito – e non poco – una delle anime del tifo calabrese. 

Il tanto vituperato “codice di gradimento”, noto anche come codice etico, che nell’ultima annata ha fatto molto discutere nel Belpaese, in alcune piazze viene messo in atto ed utilizzato come deterrente per alcuni tifosi. A Cosenza, proprio di recente, è stato applicato e nelle ultime ore sta facendo molto discutere. Un vero e proprio “daspo societario”, così lo hanno definito gli ultrà cosentini, solidali con il tifoso reo di aver semplicemente contestato il patron del Cosenza, Eugenio Guarascio. Nella notifica arrivata al malcapitato sostenitore calabrese, e ripresa anche dai canali web ufficiali degli Ultrà Cosenza, si legge che “il tifoso, intorno alle ore 22:50, mediante atteggiamenti coercitivi anche fisici veementi (quasi violenti) esprimeva con tono di voce alto, ingiurie fortemente offensive, insulti, diffamazioni e provocazioni varie alla persona del Presidente del Cosenza Calcio. In tale fattispecie, si è configurata una chiara violazione del regolamento d’uso di accesso allo stadio, in quanto secondo lo stesso regolamento E’ VIETATO usare l’intimidazione, la coercizione, gli insulti o la provocazione verso altre persone“. Un provvedimento che gli ultras cosentini hanno ritenuto assolutamente assurdo e fuori luogo, al punto da commentare con una breve nota la notizia.

Di seguito, il pensiero degli Ultrà Cosenza sulla vicenda che ha visto l’applicazione del “codice di gradimento” nei confronti di un supporter rossoblu:
Daspo societario ad un tifoso settantenne per aver contestato il presidente Guarascio.
Il popolo rossoblu si è stancato di subire abusi ed umiliazioni, adesso la misura è colma“.