Nello spiazzo dell’area di servizio Ghedi Est, sull’autostrada A21 in direzione nord, c’è una lapide. E’ adagiata su una coperta di sassolini bianchi, senza candele, ma con una piantina di fiori bianchi e azzurri. Colori non scelti a caso. Sulla lastra di marmo ci sono la foto di un giovane, un nome (Andrea Toninelli), una data (27-05-2013) e una frase («Tone sempre con noi curva nord Brescia»). Andrea – Tone per gli amici – è il 22enne rimasto ucciso nel ribaltamento del pullman che stava riportando a casa i tifosi del Brescia da Livorno, dopo l’eliminazione dai playoff. Dal 27 maggio 2013 Tone ha smesso di essere un ultrà del Brescia ed è diventato il fratello di tutti i tifosi d’Italia. Da quando c’è quella lapide, a perenne ricordo, sono decine le persone che si sono fermate almeno una volta per recitare una preghiera e per lasciare una sciarpa. E nessuno aveva mai osato profanare quel piccolo tempio. Fino a domenica.
BECCATO Intorno all’ora di pranzo gli ultrà dell’Alessandria, appartenenti alla Sezione Alticcia, diretti a Lumezzane per seguire la partita dei Grigi, sono stati avvisati da alcuni giornalisti arrivati poco prima che un uomo sui 40 anni si era allontanato dalla lapide dedicata a Toninelli con un mazzo di sciarpe sotto il braccio ed era salito su un pullman con targa non italiana, parcheggiato poco distante. I tifosi si sono avvicinati, hanno individuato la persona accusata del furto e l’hanno invitata a scendere. Senza bisogno di alzare la voce o di usare le maniere forti. L’uomo si è subito scusato e ha riconsegnato le sciarpe, che sono state rimesse al loro posto. Toninelli abitava a Lumezzane e proprio il Lume, qualche ora dopo, ha battuto l’Alessandria. Di fronte alla morte, però, non esistono rivalità, esiste soltanto il rispetto. Il ricordo può continuare. E ogni sciarpa che verrà lasciata su quel prato sarà come l’abbraccio degli amici di fedi diverse che Tone ha saputo unire.
(Gasport)